Fu una delle scoperte archeologiche più esaltanti di tutti i tempi
Il ritratto del giovane Faraone si intreccia al minuzioso racconto del protagonista dell'avventuroso ritrovamento della sua tomba.
"Vedo cose meravigliose". Queste le parole pronunciate con voce tremante dall'egittologo inglese Howard Carter quando, alla luce di una candela, rischiarò per la prima volta il sepolcro di Tutankhamen. Accanto a lui, lord Carnarvon, il finanziatore della lunga campagna di scavi che arrivò a consegnare al mondo la figura del "faraone bambino", morto appena maggiorenne e circondato da un corredo funerario di incomparabile bellezza sopravvissuto ai secoli e alle razzie dei predoni, tra cui spicca il sarcofago coperto dalla celeberrima maschera dorata. A oltre cent'anni dall'exploit archeologico più noto e importante del Ventesimo secolo, torna in libreria il racconto dello studioso che ne fu protagonista in una nuova edizione preceduta da un saggio introduttivo di Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino.
Howard Carter (1874-1939) è stato tra i più celebri archeologi della storia. Fra il 1891 e il 1899 lavorò all'Egypt Exploration Fund e più tardi divenne ispettore capo alla sezione antichità del governo egiziano. A lui si devono le scoperte delle tombe di Thutmosi IV, di Hatshepsut e, in collaborazione con lord Carnarvon, di Tutankhamen e di Amenofi I.