Il genio inquieto che ha mostrato al mondo l’anima dell’uomo


Dopo Leonardo e Raffaello, il celebre critico chiude la “trilogia del Rinascimento” con il racconto della vita e delle opere del Buonarroti.

Se quello di Leonardo è “il genio dell’imperfezione” e Raffaello può a buon diritto essere chiamato “un Dio mortale”, la parabola biografica e artistica di Michelangelo è segnata per Vittorio Sgarbi da un continuo contrasto tra corpo e peccato, finito e non finito, colpa e redenzione, che lo rende ancora oggi così moderno e “ineluttabile”. Consacrato già dal Vasari come l’apice dello sviluppo artistico occidentale da Giotto in avanti, Michelangelo è raccontato dal critico ferrarese con passione, intelligenza e ironia attraverso le sue opere più famose e il confronto con maestri vicini e lontani, da Masaccio a Donatello, da Bellini a Mantegna, fino ad arrivare a Botticelli e Tiziano, Henry Moore e Jackson Pollock. Un faccia a faccia oltre i confini del tempo per un artista senza tempo, da cui è impossibile sfuggire.
Oltre 100 immagini

“Michelangelo evoca fantasmi. Nelle sue opere non c’è soltanto la bellezza e la pienezza della forma, ma anche il tentativo di cogliere uno stato d’animo e uno spirito che sono dentro la scultura e la pittura. Questa è la sua grandezza, la sintesi formidabile del Rinascimento.”

Vittorio Sgarbi
Critico e storico dell’arte, è autore della serie di volumi dedicata al Tesoro d’Italia, una storia e geografia dell’arte italiana, comprendente Il tesoro d’Italia. La lunga avventura dell’arte; Gli anni delle meraviglie. Da Piero della Francesca a Pontormo; Dal cielo alla terra. Da Michelangelo a Caravaggio; Dall’ombra alla luce. Da Caravaggio a Tiepolo; Dal mito alla favola bella. Da Canaletto a Boldini; Il Novecento. Volume I: dal Futurismo al Neorealismo; Il Novecento. Volume II: da Lucio Fontana a Piero Guccione. Tra le sue pubblicazioni più recenti, Leonardo. Il genio dell’imperfezione e Raffaello. Un Dio mortale.